lunedì 21 marzo 2011

La guerra in Libia

Io sostengo la LIBERTA' del popolo libico! In questo caso cosa significa libertà? Significa forse libertà dalla dittatura di un despota? Significa forse libertà di autodeterminarsi? Sicuramente entrambe le cose, ma a tutt'oggi sembra (o così ci vogliono far credere?) che le due cose insieme non si possano realizzare. Numerosi sono gli interessi economici che muovono l'intervento militare occidentale...lo sappiamo tutti. Purtroppo le guerre-lampo non sono mai esistite. Si bombarda dal cielo, ma la guerra si perpetra a terra, tra le strade, tra i vicoli delle città. Quanti siano i sostenitori di Gheddafi e quanti gli oppositori è difficile saperlo. La propaganda del dittatore libico si concretizza in disinformazione. I giornalisti occidentali hanno accesso solo ai luoghi che il rais permette loro di frequentare. Una delle fonti più libere del popolo libico, il giornalista Mohammed al-Nabbous, è stato uccisa il 19 marzo. Aveva preso parte alle rivolte di febbraio e trasmetteva attraverso il web tutto ciò che stava accadendo in Libia cercando di superare il controllo del potere. Non possiamo sapere come si concluderà questa guerra e, soprattutto, quando si concluderà. Una cosa è certa: Gheddafi non ha intenzione di arrendersi e con tutti i suoi soldi potrà comprare centinaia di mercenari pronti a combattere per lui. E noi occidentali? Stiamo ripetendo lo stesso copione dell'Afghanistan e dell'Iraq? Sarebbe bello pensare che il petrolio libico non stia influenzando le nostre scelte...sì, sarebbe bello, ma non sarebbe la verità. Eppure di fronte alla rivolta libica che di giorno in giorno veniva schiacciata da Gheddafi anch'io avrei voluto intervenire... In che modo? Quale sarebbe stata la strada più giusta per sostenere la rivolta libica? Saremmo dovuti stare a guardare in nome dell'AUTODETERMINAZIONE dei popoli? Forse sì. Forse.

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