martedì 15 marzo 2011

Voglio cavalcare l'onda dell'antinuclearismo

Sono contraria al nucleare da quando ho 10 anni. Mi ricordo ancora il trafiletto sul mio sussidiario che parlava di Cernobyl e di tutti i pro e i contro connessi alle centrali nucleari. Oggi mi chiedo perché in Italia si prendano decisioni contrarie a ciò che il buon senso consiglierebbe. A tale proposito vorrei riportare due notizie, oltre a quella della catastrofe che ha colpito il Giappone, che, a mio avviso, palesano l’inesistenza di progetti a lungo termine della politica energetica italiana. La prima notizia riguarda le decisioni prese in questi giorni dalla Germania e dalla Svizzera a proposito del nucleare: la Merkel ha autorizzato la chiusura imminente di due vecchie centrali nucleari tedesche e il ministro dell’Energia svizzero ha deciso di sospendere le procedure in corso per le domande di autorizzazione di tre nuove centrali nucleari. Alcuni sostengono che si tratti di provvedimenti populisti volti a recuperare il consenso popolare. E anche se fosse? Si tratta, in ogni caso, di decisioni sensate alla luce dei fatti odierni. E in Italia? E’ di pochi giorni fa, e questa è la seconda notizia di cui volevo parlare, la presentazione da parte del ministro per lo sviluppo economico Romani di un Decreto legislativo volto a interrompere i meccanismi di incentivazione alle fonti rinnovabili. Allora mi domando e dico: ma se l’energia nucleare, come sostengono i suoi promotori in Italia, dovrebbe sostituire l’energia prodotta da fonti fossili, perché vengono tagliati i fondi alle energie rinnovabili? Mistero della politica italiana! E allora non riesco a trattenere la rabbia e, ebbene sì, l’indignazione quando sento certe cose e penso a tutte le pale eoliche che si trovano a pochi chilometri da casa mia e sono ferme anche nelle giornate più ventose. Perché i soldi ci sono ma vengono gestiti malissimo. Chi ci potrà assicurare che le centrali nucleari di terza generazione, che faranno guadagnare un sacco di soldi alle solite persone, verranno costruite a norma e non con materiali scadenti? E dove e, soprattutto, come verranno gestite le scorie radioattive? E dove verranno costruite queste ultramoderne e sicurissime centrali nucleari? Forse ad Arcore? Sicuramente no perché il nucleare fa paura a tutti e nessuno di noi vorrebbe rischiare di trovarsi a pochi chilometri da una bomba inesplosa. Perché in fondo le tragedie non capitano spesso, è vero, ma se dovessero capitare, è meglio che capitino lontano. Chi di noi vorrebbe vivere a pochi chilometri da una centrale nucleare?

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